Vendite di lusso raddoppiate in Cina

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La corsa dello shopping d'alta gamma non si ferma in Cina: il Covid fa raddoppiare le vendite di lusso nell’Ex Celeste Impero.

La corsa dello shopping di lusso non si ferma in Cina. Neanche il perdurare della pandemia sembra ridimensionare lo shopping d’alta gamma all’interno della Grande Muraglia, come emerge dall’ultimo report di Bain & Company. Secondo la società di consulenza statunitense, nel 2021 le vendite del mercato del lusso nell’Ex Celeste Impero hanno raggiunto i 471 miliardi di yuan (74,3 miliardi di dollari), in crescita del 36% dopo la prima impennata a quota +48% nel 2020. Un valore quasi raddoppiato nell’arco dei due anni di crisi pandemica, complici le restrizioni relative ai viaggi internazionali.

A livello globale, la quota cinese del mercato del lusso è aumentata da circa il 20% nel 2020 a circa il 21% nel 2021, secondo Bruno Lannes, partner di Bain & Company e co-autore del rapporto. “Prevediamo che questa crescita continuerà mettendo il Paese sulla buona strada per diventare il più grande mercato di beni di lusso del mondo entro il 2025”, ha dichiarato l’analista.

Ad alimentare la crescita del mercato interno, sottolinea il report, proprio le limitazioni imposte a viaggi e spostamenti internazionali, che hanno spinto la propensione allo shopping dei consumatori cinesi a riversarsi sul fronte local. Una tendenza che aveva preoccupato il mercato globale del luxury goods, da sempre trainato dalla lontana Cina, che tra nuove politiche di autarchia, vicende governative e una profonda crisi del mercato immobiliare, aveva fatto tremare le grandi maison europee.

La progressione non è stata omogenea per tutti i marchi, la cui crescita ha oscillato tra il +10% e il +70% nel corso dell’anno. Disomogeneità anche tra categorie merceologiche. A brillare è la pelletteria, con un +60% che le conferisce il primato di crescita su base annua, seguita da moda e lifestyle, a +40 per cento. Il comparto della gioielleria si è fermato a un incremento del 35%, inferiore rispetto all’anno precedente, affiancato dal +30% degli orologi di fascia premium e il +20% del luxury beauty.

Tra i driver dell’accelerazione, secondo la società di Boston, ci sono stati in prima linea il boom del duty-free ad Hainan, anch’esso a sua volta trainato dal calo di viaggi e spostamenti, e l’incremento della digitalizzazione, con vendite online balzate in avanti del 56 per cento. Tutti fattori che non accennano a scomparire nel prossimo futuro e che, anzi, con ogni probabilità contribuiranno a dare forma al lusso post-pandemico.

(a cura della Redazione, PambiancoNews.com)

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