Tra complessità risolte e frontiere da esplorare, il futuro del digitale è già qui

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Le sessioni pomeridiane del convegno milanese hanno analizzato il circolo virtuoso, ma non sempre lineare, fra tecnologia e strategia, fino all'evoluzione dell'esperienza d'acquisto e all'uso dell'intelligenza artificiale.

Il convegno milanese organizzato nei giorni scorsi da Fashion magazine ed eBusiness a Palazzo Parigi ha ospitato nella sessione pomeridiana una serie di dibattiti e approfondimenti sulle tematiche trattate nel corso della mattinata.

«Stamane abbiamo parlato di strategia, adesso vediamo come connetterla alla tecnologia», ha esordito Marc Sondermann, nostro ceo e direttore, introducendo il primo "doer’s debate" intitolato Connecting Strategy with Execution.

Giuseppe Miriello, head of digital di Paul&Shark, è entrato subito nel vivo, richiamandosi al progetto presentato al mattino come l’“e-commerce dei franchisee”, il cui punto di forza è avere coinvolto in un piano di omnicanalità i negozi partner contrattuali dell’azienda, i primi a temere le svolte digital.

«L’e-commerce - ha spiegato Miriello - viene vissuto come un pericolo esistenziale, se non integrato con un’ottica di supporto alla rete distributiva già presente. Il nostro progetto va a computare dove avvengono le vendite online entro una determinata distanza dal franchisee, che avendo quella merce in negozio avrebbe potuto finalizzare instore la vendita stessa. Gli si riconosce semplicemente una fee, sempre che non ci si trovi in fase promozionale e non avvengano resi».

Ma non sempre tutto è così lineare. «La maggior parte delle aziende - si è inserito Antonio Canovese, CX Sales Manager di Venistar - ha sistemi distributivi sempre più complessi, con canali fisici e digitali e relative difficoltà sul piano operativo. Fare il cosiddetto click & collect, per esempio, tramite un negozio in franchising vuol dire che l’azienda, nel momento in cui il prodotto esce dal punto vendita, deve gestire una serie di problematiche fiscali, amministrative e contabili che molte volte bloccano il percorso». Complessità che - ha sottolineato Miriello - possono comunque essere superate in modalità work around.

«Le imprese - ha proseguito Canovese - sfruttano trucchi per arrivare a una soluzione veloce. Tuttavia, visto che oggi la complessità è intrinseca ai nuovi modelli di business distributivo, occorre risolverla alla base, innestando un nuovo sistema che tenga conto dell’omnicanalità e bypassando i limiti di processi nati per gestire ciascuno un singolo canale».

Un concerto ideale che poggia su aggregatori, ha fatto presente il CX sales manager di Venistar, come stock e cataloghi condivisi, in cui si stabilisce però la regola del chi vede cosa e chi riceve quale informazione.

I processi di trasformazione digitale durano in partenza dai quattro agli otto mesi, per venire implementati poi all’infinito con possibili estensioni worldwide, abilitate sia dall’assemblaggio “fatto in casa” di sistemi vecchi e nuovi, sia da piattaforme già integrate e tenendo in considerazione differenze alfabetiche, leggi fiscali e sulla privacy di ciascun Paese.

(a cura della Redazione, Fashion Magazine)