Il restart di Milano

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La Fashion Week scalda i motori: 67 sfilate, di cui 57 fisiche, otto digitali e due doppie, e business in rimonta nel 2021 (+20,9%).

67 sfilate, di cui 57 fisiche, otto digitali e due doppie, 69 presentazioni, per un totale di 169 appuntamenti. Questi i “numeri” della prossima edizione di Milano Moda Donna snocciolati da Carlo Capasa in occasione della conferenza stampa di stamattina a Palazzo Marino.

La manifestazione, pronta al kick-off il prossimo 22 febbraio, conferma il rientro di nomi importanti, da Gucci a Bottega Veneta, da Diesel a Trussardi, fino a Plein Sport, con il debutto di talenti, tra gli altri, quali Andreadamo, Palm Angels e Ambush e l’ingresso di un marchio iconico come Ferrari.

Un ensemble di appuntamenti che per lo più sceglieranno la modalità offline, a testimonianza di un settore che ha voglia di normalità e che dopo lo shock della pandemia sta cominciando a rialzare la testa: «Nel 2021 – ha detto il numero uno di Cnmi – abbiamo recuperato i due terzi di quello che abbiamo perso nel 2020, e nel 2022 speriamo di riuscire a recuperare anche il resto».

Gli Economic Fashion Trends scattano una fotografia del settore con performance migliori rispetto alle stime presentate a dicembre, con un 2021 a quota 83,1 miliardi di euro, in crescita del 20,9% sull’anno precedente, anche se non ancora in linea con i numeri del 2019 (-7,8%).

Dopo il boom del primo semestre, i dati relativi all'export sono rimasti positivi anche nei primi dieci mesi dell'anno, con una crescita complessiva delle esportazioni del 16,4% per i comparti della moda in senso stretto e del 39,9% dei settori collegati.

I primi dieci Paesi referenti dell’export made in Italy, come ha sottolineato Capasa, sono tutti cresciuti a doppia cifra, eccetto l’Uk causa Brexit, con in pole position Cina (+50,1%), Usa (+31,8%) e Francia (+20,6%).

«Vorrei evidenziare - ha aggiunto il presidente di Cnmi - il numero significativo del saldo con l'estero, pari a 33 miliardi e mezzo contro i 32,2 del 2019. Un segnale del fatto che stiamo tornando a produrre in Italia».

Ottimista anche Carlo Maria Ferro, presidente di Ice-Agenzia: «L’Italia è ripartita. Ricordiamo che è il secondo Paese per esportazioni di moda, ma il primo per qualità. E durante questo periodo difficile ha dimostrato grande capacità di adattamento».

Nel corso dell’incontro è stato anche reso noto il rinnovo del Protocollo d’Intesa fra la Camera e il Comune di Milano, finalizzato alla valorizzazione del sistema moda nazionale.

Quattro i macro-ambiti: il consolidamento del posizionamento internazionale di Milano come brand dal valore globale, la sensibilizzazione rispetto alle tematiche di sostenbilità, etica ed economia circolare nell'ambito della filiera del fashion, la promozione dei talenti emergenti e la creazione di nuove opportunità di lavoro nell'industria creativa.

«Milano ha già sperimentato quanto l'alleanza tra moda e cultura porti a grandi risultati. Lo testimoniano i nuovi spazi esposivi sorti negli ultimi anni e le collaborazioni nate tra istituzioni e maison proprio nel campo dell'arte e della cultura - hanno ribadito gli assessori del Comune di Milano Alessia Cappello (Sviluppo Economico) e Tommaso Sacchi (Cultura) -. Il protocollo che abbiamo firmato con Cnmi per i prossimi tre anni ci impegna e ci proietta verso un futuro di grande collaborazione».

(a cura della Redazione, Fashion Magazine)

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