A Cà Foscari il digitale alla portata di tutti

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L'ateneo: "Portiamo la ricerca nei luoghi di lavoro e nelle PMI che faticano a rinnovarsi". Giovanni Vaia, direttore scientifico del DEL: "L'Università era il luogo giusto per svilupparlo".

Ce ne sono già altri 18 realizzati con fondi regionali ma nessuno di questi, finora, era nato dentro un ateneo. Ha aperto lo scorso mese a Cà Foscari, l'università veneziana, il primo Fablab universitario italiano. Ha sede all'interno del "DEL" (il Digital Enterprise Lab) di Cà Foscari (www.delfablab.it) e sfrutterà proprio i contatti che il DEL stesso ha costruito in questi anni.

"L'università era il luogo giusto per svilupparlo - dice Giovanni Vaia, direttore scientifico del DEL - i primi Fablab sono nati così, all'interno delle facoltà, come è accaduto per esempio a Boston. In questo modo torniamo alle origini". Il luogo scelto per il Fablab è infatti il campus economico di San Giobbe.

Finanziato dalla Regione Veneto e realizzato con il contributo di Fondazione Cà Foscari, Stevanato Group e CNA Veneto, il Fablab accoglierà stampanti 3D e altre strumentazioni digitali. Che saranno accessibili a tutti gli studenti ma anche ad artigiani e gruppi di lavoro autonomi. "La nostra mission principale è fare ricerca e innovazione - dice Vaia - portare l'innovazione nei luoghi di lavoro, nelle imprese che spesso invece faticano a rinnovarsi".

Nel Fablab di Cà Foscari insomma se da un lato chiunque potrà imparare a progettare e creare oggetti (prototipi) funzionanti, testando le proprie idee, dall'altro troverà anche un luogo per incontrare altre realtà produttive. Il Fablab è stato finanziato con 100mila euro regionali e 30mila euro che arrivano dai privati, soprattutto aziende del territorio a partire dalla Stevanato Group di Piombino Dese, che ha deciso di investire nel progetto.

Altro obiettivo di Fablab e DEL è infatti quello di fare da "ponte" tra diverse realtà. Tra le imprese che sono in grado di guardare al futuro con forte attenzione all'innovazione e altre, magari più piccole, che faticano a farlo. Per questo il DEL ha creato un panel permanente che si incontra una volta al mese e che vede al suo interno, fianco a fianco, Safilo, Moncler, Geox, tanto per citarne alcuni, e altre realtà più piccole. "Lo abbiamo avviato da due anni e si sta rivelando un grande successo - continua Vaia - spesso le piccole aziende ricevono input fondamentali nel confronto con le imprese che fanno ricerca e innovazione".

Ancora troppo spesso innovare per le PMI è un miraggio. Aprirsi al digitale prevede un aumento degli investimenti di circa il 30% rispetto a quelli correnti e quasi nessuno, pur sapendo che poi porterà a risultati importanti, vuole farlo. Il tavolo permanente esiste per questo, perchè le piccole imprese siano trascinate dalle grandi, perchè ci sia un effetto domino in positivo. "Sta partendo un progetto con un'azienda veneta che costruisce scaffali per i supermercati, - spiega Vaia - nell'incontro con Samsung abbiamo pensato di inserire dei sensori negli scaffali in grado di leggere la scadenza dei prodotti". Si inserisce in questo contesto bene avviato il Fablab cafoscarino. Con alle spalle dunque una realtà forte. E un forte radicamento nel territorio. Ed è proprio questa, forse, la vera novità. Obiettivo del DEL Fablab è diffondere la conoscenza delle tecnologie di produzione digitale e favorire l'innovazione nel tessuto universitario, economico e produttivo del Nordest.

"L'avvio del Fablab di Cà Foscari rappresenta un passaggio importante nel percorso che l'Ateneo ha intrapreso nelle azioni di valorizzazione dei processi di innovazione in sinergia con le imprese e le istituzioni del territorio - dice il rettore Michele Bugliesi -. La scelta di insediare il Fablab all'interno dell'università rappresenta un segnale importante della volontà di cercare il coinvolgimento diretto dei ricercatori e degli studenti dell'Ateneo nelle azioni di diffusione delle tecnologie e della conoscenza". (di Alice D'Este, Redazione Corriere del Veneto)

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