Global Blue: nel 2019 i cinesi hanno trainato gli acquisti tax free in Italia

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Il trend positivo è stato sostenuto dagli “Elite shopper”, ovvero i viaggiatori con un potenziale di acquisto elevato, che pesano per il 17% sul totale dei volumi di spesa e di cui il 40% è cinese.

«Il coronavirus ha creato una situazione di incertezza nei mercati, soprattutto a causa dei blocchi nei sistemi aereoportuali e produttivi cinesi. Ancora non possiamo fare delle stime, ma è prevedibile che il 2020 registrerà una diminuzione degli acquisti da parte dei turisti stranieri», ha dichiarato il country manager di Global Blue Italia,Stefano Rizzi, durante la conferenza stampa dedicata all’appuntamento con l’Osservatorio sul Tax Free Shopping, organizzato a Milano in collaborazione con Federturismo Confidustria.



(nella foto Stefano Rizzi, Ignazio Abrignani, Marina Lalli e Stefano Gardini)

«Nel 2019 il Tax Free Shopping in Italia ha registrato una crescita del 16% rispetto al 2018; un aumento dovuto non solo alle destinazioni italiane più tradizionali come Milano, Roma, Firenze e Venezia, ma anche a quelle meno note – ha continuato Rizzi -. Il trend positivo è stato sostenuto dai cosiddetti “Elite shopper”, ovvero i viaggiatori con un potenziale di acquisto elevato, che pesano per il 17% sul totale dei volumi di spesa e di cui il 40% è cinese».

Secondo i dati dell’Osservatorio Federturismo Confindustria-Global Blue, lo scorso anno in Italia gli acquisti tax free dei turisti extra-UE hanno registrato un +16% rispetto al 2018, mentre il valore dello scontrino medio ha realizzato un +8%.

I cinesi, aumentati del 7% rispetto al 2018, si riconfermano la principale nazionalità nel Tax Free Shopping, con un peso pari al 28% del totale, rappresentando il principale turismo nel Nord e nel Centro Italia. I russi, invece, guadagnano il secondo posto con il 12% del totale, seguiti dagli statunitensi, 11%.

Dai dati divisi per macro-regioni è emerso che nel 2019 il peso maggiore nello shopping con rimborso dell’Iva lo ha avuto il Nord Italia (56% del totale), seguito dal Centro (41%) e dalle regioni del Sud e dalle isole (3%), anche se nel Mezzogiorno si è comunque registrata la crescita percentuale più elevata rispetto al 2018, pari al 32%.

«Il travel retail è diventato fondamentale anche in termini di percezione ed economia del Paese – ha commentato Marina Lalli, vice presidente di Federturismo Confindustria presente all’incontro -. Il settore del turismo ha chiuso il 2019 in progress del 6,6% sul fronte della spesa e del 3,5% in presenze. Non nascondiamo le preoccupazioni per l’impatto che il coronavirus rischia di avere sul settore e, soprattutto, sul segmento moda e design. Vogliamo però restare positivi: per il 2020 si stima infatti un +3,1% rispetto all’anno passato, con 74 milioni di arrivi».

In conferenza stampa tutti i relatori presenti, tra cui il presidente dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo, Ignazio Abrignani, e il presidente di Atri-Associazione Travel Retail Italia, Stefano Gardini, hanno sottolineato l’importanza e la necessità dell’abbassamento della soglia minima di spesa, così da permettere il rimborso dell’Iva su acquisti che ancora non risultano nella categoria Tax Free Shopping (per esempio, beauty e artigianato locale) e rendere così il Paese ancora più competitivo.

Si ricorda che da noi la soglia minima è 155 euro, mentre in Paesi come Germania, Spagna e Gran Bretagna è pari a zero

(a cura della Redazione, Fashion Magazine)