Elisabetta Franchi: inclusività e sfilza di opening

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Le scelte strategiche di Elisabetta Franchi legate a una continua espansione retail, e quelle stilistiche delle sue collezioni, l’hanno vista premiata dal mercato.

La stilista e imprenditrice bolognese Elisabetta Franchi viene da un 2021 indimenticabile, in cui ha saputo oltrepassare la pandemia con una serie di mosse strategiche, ha ricevuto il premio di imprenditore dell’anno da EY, e il titolo di Cavaliere del Lavoro. In più è stata protagionista di un docufilm di Discovery dedicato alla sua vita frenetica e piena di sacrifici, arrivata a rappresentare un simbolo di empowerment femminile.  

Venerdì 11 marzo, la designer ha sfilato in passerella con una collezione Autunno-Inverno 2022/23 indossata non solo da modelle professioniste, ma anche da donne vere e contemporanee: un messaggio inclusivo per promuovere un modello di autenticità femminile. 

Nonostante le difficoltà che tutti nel mondo hanno dovuto affrontare a causa della crisi pandemica, le scelte strategiche di Elisabetta Franchi legate a una continua espansione retail, e quelle stilistiche delle sue collezioni, l’hanno vista premiata dal mercato. 

La vincente strategia di aperture di monomarca, proseguita senza sosta anche nei periodi delle finestre di riapertura tra i vari lockdown, ha portato Elisabetta Franchi a controllare ben 93 store monobrand. Dopo le inaugurazioni di Sochi e Grozny il mese scorso, prossimamente il Brand aprirà negozi a Tel Aviv, in Cambogia, in Montenegro (il secondo), Kuwait City, due store a Cipro, Beirut, Il Cairo (dopo i due già inaugurati nel 2021), una ricollocazione in Spagna, Amburgo e Belgrado.
 
Il marchio Elisabetta Franchi viene inoltre distribuito in circa 800 negozi multimarca in Italia e 1.100 nel mondo L’azienda è molto forte in Medio Oriente, Europa e Russia, mentre non è presente sul mercato americano. L’Italia è il primo sbocco, con il 47% del fatturato, seguita al secondo posto dagli Emirati Arabi, e poi dall’Europa in generale e dalle nazioni dell’ex URSS. Molto cresciuto l’e-commerce, attivo in tutto il mondo, America esclusa, arrivato a coprire quasi il 18% del fatturato aziendale.

(articolo completo a cura di Gianluca Bolelli, FashionNetwork.com)

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