Boom estero in negozio

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Nel 2016, il fatturato dei 36 principali multimarca di lusso italiani ha sfondato il miliardo di euro (+23%). Il segreto? L’estero, il parallelo e le strategie online.

Nel 2016, il fatturato dei 36 principali multimarca di lusso italiani ha sfondato il miliardo di euro (+23%). Il segreto? L’estero, il parallelo e le strategie online.

La crisi dei negozi? Per i multibrand italiani di lusso, o quanto meno per molti di essi, sembra ormai un ricordo. Dopo un 2015 scoppiettante, anche nel 2016 le vendite messe a segno da questo canale hanno confermato il momento propizio. Secondo l’analisi condotta da Pambianco Strategie di Impresa, i bilanci dell’ultimo esercizio fiscale delle principali 36 insegne di abbigliamento di fascia alta in Italia hanno evidenziato un aumento del fatturato del 23,4 per cento. E, grazie a questo balzo in avanti, il turnover nel 2016 ha superato il miliardo di euro, con un ebitda che si attesta sul 5,1% del fatturato (nel 2015 era del 5,7%). Più della metà del fatturato del panel considerato (631 milioni) è in mano a dieci nomi, o meglio a dieci gruppi di multibrand dato che queste realtà ormai contano su un nutrito network di negozi. E sono gli stessi che sfoderano percentuali di crescita da start up, con picchi che raggiungono il 60 per cento.

GLI ORDINI? SI FANNO ONLINE

I numeri sono di impatto. Solo pochi anni fa, tra gli addetti al settore si moltiplicavano le levate di scudi contro l’e-commerce, da un lato, e la concorrenza degli outlet, dall’altro, che rischiavano di mettere in difficoltà i multibrand italiani, in modo particolare quelli delle città di provincia non troppo distanti dalle metropoli e dai circuiti delle cittadelle a sconto. Se si considera, poi, che il mercato interno è tuttora ridotto al lumicino, risultano quasi stonati, rispetto al contesto, i dati positivi e la strategia di molti big del settore dei multibrand che, a suon di aperture o di ampliamenti della loro superficie di vendita, hanno costruito un network di negozi che nulla ha da invidiare ai blasonati department store italiani o europei. Cosa è successo quindi? La risposta è duplice. Da una parte gli stranieri, come accade per le principali vie del lusso italiane, si rivelano sempre più determinanti per mantenere un giro d’affari di un certo livello. Secondo i dati analizzati da Pambianco, la vendita in Italia a clientela straniera delle principali boutique multibrand italiane si aggira infatti oltre il 70%, complice il fatto che acquistare in Italia consente un risparmio non di poco conto. In alcuni casi si tratta di acquisti privati, in altri si tratta di vendite non ufficiali. In questo caso, a spingere l’attività sono i Daigou cinesi (persone residenti all’estero che acquistano prodotti stranieri per conto terzi, importando privatamente in Cina prodotti non reperibili sul territorio, o troppo costosi). Oppure, più in generale, il cosiddetto mercato ‘parallelo’, ovvero la vendita da negoziante a negoziante e che è ormai un business consolidato per il settore. Con vendite ormai monopolizzate dagli ordini della clientela estera, il passo successivo per le boutique multibrand è quello di fidelizzare il cliente, singolo o venditore, una volta tornato a casa. E qui gioca una carta fondamentale il web. L’acquisto inizia dal negozio e prosegue poi online. Dove ci si sta attrezzando al meglio.

LA RINCORSA DEI DIECI

È proprio il connubio tra web e aperture ad aver premiato i conti dei primi dieci multibrand italiani. La classifica per fatturato vede al primo posto la mantovana Folli Follie chesale di una posizione rispetto al ranking del 2015, con i suoi 140 milioni di euro di ricavi (+62%) e una quota estero del 72 per cento. La società della famiglia Galli, che nel corso degli anni ha aperto store anche a Brescia, Verona, Bologna e Riccione, ha lanciato tra 2016 e 2017 due nuovi progetti. Da una parte, si è alleata con Base blu di Varese, Wise di Cremona e la bresciana G&B di Gianni Peroni aprendo il nuovo luxury store Lagrange 12 a Torino; mentre con Ratti, storica insegna bolognese ha inaugurato ad aprile lo spazio FR. Dall’altra ha investito sull’online con l’e-commerce TheDoubleF, attivo da quest’anno. Anche Vinicio, secondo in classifica per fatturato e primo per crescita con un +63% rispetto a un 2015 archiviato a +37% (il bilancio 2016 differisce perché di 14 mesi), deve parte del successo agli investimenti fatti nel canale online. “Entro Natale lanceremo la nuova piattaforma digitale”, ha raccontato a Pambianco Magazine Vinicio Ravagnani. “Siamo già presenti su Farfetch ma il nostro obiettivo è diventare 4.0 – ha aggiunto – non più un bottegaio, ma una vera azienda. In più continuiamo a investire anche sul canale fisico”. Dopo le aperture del 2016 di Novara e dei due negozi di Genova, è in programma un ulteriore ampliamento dello storico negozio di Legnano. Tornando alla classifica, al terzo posto si piazza Cuccuini con 68 milioni di euro (+18%), seguito da Wise con 64 milioni (+18%), Sugar con 56 milioni (+18%) e Tony Boutiques con 50 milioni (+30%). Alla settima posizione nel ranking per fatturato si piazza Franz Kraler con 45 milioni di euro (+18,6%). Oltre allo storico spazio di Dobbiaco, il luxury multibrand conta ormai cinque punti vendita in corso Italia a Cortina, diventando, come precisa la società “il più grande department store italiano suddiviso in corner, in una località di villeggiatura”. “Negli ultimi dieci anni abbiamo puntato su una strategia di aperture – ha raccontato Daniela Kraler – che peraltro ci ha premiato a livello di conti nello scorso esercizio. Essendo sul confine, la nostra clientela è soprattutto austriaca, tedesca e proveniente dall’est Europa. L’e-commerce? Non lo escludiamo, ma vogliamo studiare la giusta formula”. Nel frattempo, il luxury multibrand ha lanciato un nuovo progetto con l’apertura a Bolzano di Alexander’s, un’insegna dedicata alle proposte delle stagioni passate. Chi punta invece tutto o quasi sul web è Tiziana Fausti, in nona posizione per fatturato e al terzo posto in classifica per crescita con un +44% a 45 milioni di euro (il dato non comprende i ricavi generati dalla boutique di Lugano). Anche in questo caso il motore della crescita è legato al web. “Ormai il canale e-commerce rappresenta circa la metà del fatturato totale del gruppo – ha rivelato a Pambianco Magazine Antonio Re, AD di Exor Inc, la società Italiana cui fa capo Tiziana Fausti – ed è anche la parte che sta crescendo più rapidamente”. E nel breve tempo, secondo gli addetti al settore, sarà sempre più determinante per la salvezza dei multibrand di lusso.

(di Milena Bello, Redazione Pambianconews)