Il fashion retail chiede più velocità, efficienza, fluidità

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Intervista di Fashion Magazine a Roberto Da Re, Industry Lead Fashion & Luxury di Retex e CEO di Venistar, per inquadrare il momento chiave che l'industria della moda sta vivendo.

«Puoi averla di qualsiasi colore la desideri, purché sia nero»: questa frase, pronunciata a inizio Novecento in occasione del lancio dell’auto Ford Model T, è l’antitesi di quanto sta succedendo oggi nella moda e nel lusso, dove non è più il brand a guidare le scelte del cliente ma è quest’ultimo che vuole avere la prima e l’ultima parola, determinando il successo o meno del marchio.

Ricorre a questo paragone Roberto Da Re, Industry Lead Fashion & Luxury di Retex e CEO di Venistar (realtà acquisita da Retex nel 2020, creando uno dei principali operatori dell’IT a livello nazionale ed europeo) per inquadrare il momento chiave che l’industria della moda e dell’alto di gamma sta vivendo.


Roberto DaRe, Industry Lead Fashion & Luxury di Retex e CEO di Venistar

«Per incastrare in modo perfetto domanda e offerta - spiega - è necessario che un marchio agisca in modo omogeneo, e non a silos come si faceva in passato, su tutti i touchpoint che in questi ultimi anni si sono moltiplicati: si compra nei negozi fisici, online e sui marketplace con modalità estremamente fluide e le strategie, di conseguenza, devono essere trasversali, coerenti ed efficienti in tutto il customer journey, la cui gestione si fa sempre più complessa». 

La chiave di tutto è l’omnicanalità, un termine che ne comprende tanti altri, visto che il prodotto si può trovare su diverse piattaforme fisiche e virtuali, le modalità di consegna sono a dir poco variegate («Si fa presto ad esempio a dire click and collect - fa notare Da Re - perché questo può avvenire nella stessa città ma anche in città diverse e addirittura Paesi diversi»), i magazzini devono funzionare alla perfezione per evitare intoppi e giacenze e persino la figura dell’addetto alla vendita, se non supportata da strumenti adeguati, appare ormai obsoleta.

Spunti di riflessione che sono stati alla base della recente edizione di FashionAble World, l’appuntamento annuale organizzato da Retex e Venistar per fare il punto sulle sfide del retail:
«Un evento in cui si è parlato di innovazione, governance omnicanale, digitalizzazione dei processi aziendali, approccio Headless e Composable, intelligenza artificiale, big data e molto altro tra cui la sostenibilità che, anche nell’omnicanalità, ha un peso specifico sempre maggiore», sottolinea Da Re.

A proposito di Headless Commerce, un fiore all’occhiello per Retex è CX Commerce eXperience, una suite proprietaria progettata specificamente per risolvere le esigenze omnichannel del fashion, luxury & design, fondata su un’architettura tecnologica in cui il front-end e il back-end sono indipendenti, offrendo un alto livello di personalizzazione del sistema di vendita e rendendo più fluida l’esperienza di acquisto. «Si tratta di una vera cabina di regia - chiarisce Da Re - che lavora in modo integrato su tutti i touchpoint, in modo da creare una vista unica sul consumatore. La piattaforma gestisce i canali fisici e digitali in modo combinato, facilita le operazioni su marketplace e ottimizza il workflow di gestione degli ordini e il governo unificato dello stock distribuito». I sistemi aziendali esistenti - ERP, Finance, Retail, E-commerce, Marketing, Customer Service, Logistica, Marketplace, Sistemi di Pagamento e Tax Free - sono orchestrati all’unisono, fornendo flessibilità e integrazione alle operazioni e ai flussi di dati, questi ultimi basilari in una strategia data-driven. «È proprio integrazione una delle parole chiave - riflette il manager -. L’approccio composable consente di tenere la barra dritta in un mare in tempesta, senza frammentazioni e con un occhio attento a tempi, costi e risultati. La tecnologia non deve ingabbiare il cliente o confonderlo con una overdose di soluzioni: ne basta una, ma pronta ad adattarsi ai veloci cambiamenti in atto e a garantire un ROI ottimale». Ci sono sfide non immediatamente “monetizzabili”, ma prioritarie, di cui Da Re sottolinea l’importanza: una di queste è la sostenibilità.


Marco Ruffa, Digital Transformation Director & ESG Lead di Pinko e Roberto Da Re, Industry Lead Fashion & Luxury di Retex e CEO di Venistar

«Anche in quest’ambito, prioritario per noi e per i nostri clienti, siamo in prima linea con i fatti e non solo con le parole», afferma, ricordando che Retex è una Società Benefit e ha pubblicato lo scorso settembre il suo primo Report d’Impatto, in grado di fotografare tutte le azioni di beneficio comune messe a segno nel 2022, anno in cui è stata istituita una nuova line service dedicata a questo ambito, pensata per accompagnare i clienti nel loro percorso di trasformazione ambientale, sociale e di governance.

Inoltre l’azienda - che si avvale di un team di quasi 600 talenti provenienti da 32 Paesi - è stata tra le prime del settore MarTech a ottenere la certificazione per la parità di genere prevista dal PNRR. Già a marzo Retex ha aderito a Valore D, il primo network di imprese italiane il cui obiettivo è promuovere una cultura inclusiva.

Creare valore, anche immateriale, fa sì che un’azienda sia sana e portata alla crescita: Retex, con sede a Milano ma attiva attraverso 12 filiali tra Italia, Barcellona, Londra e Shanghai, è passata da ricavi per quasi 77 milioni di euro nel 2021 e 7,2 milioni di ebitda, ai 91 milioni del 2022 con 9,4 milioni di ebitda e per il 2023 punta a centrare l’obiettivo dei 100 milioni.

(a cura della Redazione, Fashion Magazine)

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