Sondermann: «Nella palestra del digitale ci stiamo facendo i muscoli»

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Marc Sondermann, direttore e ceo di Fashion magazine e di eBusiness: "La digitalizzazione valorizza i brand ma non è ancora stata sfruttata fino in fondo, anche se nell'ultimo anno il peso dei monomarca online per i fashion brand è aumentato del 65% (dal 2% al 3,3%)". 

La digitalizzazione valorizza i brand, ma non è ancora stata sfruttata fino in fondo, anche se nell'ultimo anno si sono fatti molti passi avanti.

Così Marc Sondermann, direttore e ceo di Fashion magazine e di eBusiness, in apertura della quarta edizione della Ceo Roundtable on Corporate Innovation, che di fronte a una fitta ma selezionata platea di addetti ai lavori ha portato alla ribalta al Four Seasons di Milano un ricco panel di relatori, tra ceo della moda e del lifestyle e importanti player del digitale e dell'high tech.

Sondermann ha parlato di "digital fitness", ossia la necessità per le aziende di allenarsi quotidianamente sul campo, in modo da affrontare e vincere le sfide dell'omnicanalità ed essere più forti.

«Un allenamento che riguarda tutti gli ambiti, dallo store alle risorse umane», ha affermato il nostro direttore e ceo, sottolineando che i primi frutti delle sessioni nella "palestra" dell'e-commerce e dintorni si iniziano a vedere.

Presentando grafici e «cifre concrete, ottenute attraverso il confronto diretto con gli operatori», Sondermann ha evidenziato infatti che tra il 2017 e il 2018 il peso dei monomarca online è aumentato del 65%, passando dal 2% al 3,3%. Una buona performance anche se il tipping point del 6%, a partire dal quale la partita dell'e-commerce si fa davvero interessante, è ancora lontano.

La percentuale del 3,3% è stata ottenuta calcolando una media fra 35 top brand italiani della moda, con ricavi online compresi tra i 2 e i 450 milioni di euro e una penetration rate non necessariamente rapportata alle dimensioni aziendali o alla notorietà: ci sono nomi altisonanti che restano intorno all'1% o 2% e altri che invece hanno già raggiunto il 10%.

«Tutto è in divenire - ha puntualizzato Sondermann - e sono tante le realtà che stanno rapidamente guadagnando posizioni, da Fendi a Brunello Cucinelli, solo per fare due esempi. I campioni del made in Italy hanno in mano un grandissimo potenziale, che va sfruttato con i giusti investimenti, in modo da centrare l'obiettivo di una penetration rate del 5,4% nel 2020».

Occorre essere lungimiranti e coraggiosi e, a questo proposito, il direttore e ceo di Fashion magazine ed eBusiness ha ricordato un top executive e imprenditore che lo è stato in tempi "non sospetti" e che ci ha lasciato nei giorni scorsi ad appena 53 anni: Andreas Schmeidler, ceo di Tsum e in precedenza country manager Italia di Vente-privee, «un uomo che ha capito in anticipo che il mondo stava cambiando e che, grazie a questa consapevolezza, si è guadagnato i vertici di uno dei più importanti department store del mondo. Salutiamolo come avrebbe voluto: non con un minuto di silenzio, ma con una standing ovation».

(Redazione, Fashion Magazine)