Retail, Ballin si concentra su wholesale ed e-commerce

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Un grande showroom appena aperto a Milano, una strategia distributiva incentrata sul canale wholesale e sull’e-commerce, una gamma di prodotti sempre più ampia: ecco le principali novità del 2017 per Ballin.

Un grande showroom appena aperto a Milano, nel tratto di maggior passaggio di via Spiga. Una strategia distributiva rinnovata, incentrata sul canale wholesale e sull’e-commerce più che sul retail. Una gamma di prodotti sempre più ampia, con maggior spazio a borse e sneaker. Last but not least, l’ingresso in azienda della terza generazione della famiglia fondatrice. Sono le principali novità del 2017 per Ballin, storico calzaturificio nato nel 1945 sulla Riviera del Brenta, tra Padova e Venezia.

A Milano Ballin, che ha un fatturato di circa 60 milioni con un export al 90%, ha un negozio in via Santo Spirito, nel quadrilatero della moda, raddoppiato e rinnovato nel 2015.

«I flagship store sono importanti, soprattutto per far conoscere il marchio ai buyer stranieri e per l’opportunità che offrono di mostrare le collezioni nella loro interezza», aggiunge Gabriella Ballin in occasione di Milano moda donna: durante la fashion week che si è conclusa lunedì Ballin ha inaugurato lo showroom di via Spiga con le linee per la primavera-estate 2018. «Nel 2017 e nel prossimo anno ci concentreremo sul canale wholesale, in tutti i mercati dove siamo presenti – aggiunge l’imprenditrice –. Poi c’è l’e-commerce, che gestiamo internamente anche per avere un maggiore controllo sui prezzi. Internet è un’opportunità ma va usata con cautela, specie per un marchio dell’alto di gamma».

Nel 2016 Ballin ha sofferto per le tensioni geopolitiche e i cali dei consumi in Russia, Est Europa e Asia.

«Stiamo recuperando il terreno perduto e crediamo molto nelle nuove linee di borse, una categoria che assorbe il 10% del fatturato, con prezzi che partono da 700 euro per arrivare a 1.200 – conclude Gabriella Ballin –. Sono ottimista per natura e felice di aver accolto la terza generazione in azienda: mio nipote Filippo ha solo 26 anni e ha già fatto esperienze di lavoro e studio all’estero. Ha l’energia dei ventenni e non ha alcuna paura del digitale, come capita a volte a me. Può aiutarci a comprendere meglio il mondo di oggi, ma la cosa più importante è la sua passione per il mondo delle calzature e la volontà di ascoltare e imparare da chi ha costruito l’azienda, artigiani compresi».

«Vogliamo restare indipendenti e fedeli alla nostra storia, ma sicuramente è sempre più difficile competere a livello globale con aziende molto grandi e con i gruppi del lusso francesi – racconta Gabriella Ballin, figlia del fondatore Guido e oggi presidente dell’azienda –. Dobbiamo essere pronti a cambiare, ad aggiustare di stagione in stagione le strategie commerciali e produttive».

(di Giulia Crivelli, Redazione Il Sole 24 Ore)