Il multibrand torna protagonista

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Il vecchio multimarca non c’è più. Al suo posto, è nato un nuovo tipo di multibrand: non solo uno spazio di vendita ma uno show-room per le griffe del lusso che, da un lato, hanno ormai istituzionalizzato il parallelo, e, dall’altro, hanno integrato il negozio in strategie omnichannel.

Narra il mito che la Fenice abbia la capacità di rinascere dalle proprie ceneri. La categoria dei multibrand italiani di lusso si avvicina quasi alla mitologia. Quello che era il vecchio multimarca, pensato per una clientela prevalentemente locale, non c’è più. Al suo posto, è nato un nuovo tipo di multibrand: non solo uno spazio di vendita (perché lo shopping tradizionale è ridotto al lumicino), ma uno show-room per le griffe del lusso che, da un lato, hanno ormai istituzionalizzato il parallelo, e, dall’altro, hanno integrato il negozio in strategie omnichannel. Le due dinamiche in atto (aperture e online) hanno raggiunto un punto di svolta nel 2017, e proseguono nel 2018.


Punto vendita uomo di Vinicio a Genova

La classifica stilata da Pambianco Strategie di Impresa sui fatturati nel principali multibrand italiani del lusso fotografa in modo nitido questa tendenza. Il 2017 si può definire un anno da incorniciare. I fatturati dei primi 12 multibrand italiani di lusso sono aumentati nel complesso del 13,1% sfiorando il miliardo di euro (907,9 milioni di euro contro gli 802 milioni del 2016) con numerosi picchi di crescita a due cifre e nessuno segno meno. Non solo. Le prime posizioni della classifica sono occupate da gruppi che hanno affiancato alla struttura fisica anche un’importante piattaforma online. Follie Follie ha lanciato nel 2017 la sua piattaforma e-commerce TheDoubleF. L’online “incide per il 5% delle vendite totali dell’azienda – spiegano dal gruppo – e confidiamo che nei prossimi tre anni possa raggiungere il 30%”. E mentre sviluppa il digitale, l’insegna è impegnata a stringere alleanze. Dopo quella con Ratti a Bologna, ora è la volta di G&B Negozio, l’insegna di Gianni Peroni (al secondo posto nella classifica per fatturato), realtà che conta punti vendita ad Aosta, Courmayeur, Ponte di Legno e Brescia, e con un importante sito di e-commerce rinnovato nel 2015. I due retailer hanno stretto una partnership sulla piazza di Brescia, dove sarà lanciata una nuova insegna con due punti vendita. Che l’online sia ormai fondamentale nella strategia di vendita dei multibrand lo conferma anche il caso di Stefaniamode, boutique fondata negli anni Settanta a Trapani, e che nel corso del tempo si è ampliata con un network di negozi (a Favignana, Saint Moritz e il Forte Village in Sardegna, con monobrand a Portofino, Porto Cervo, Forte dei Marmi) e con una piattaforma digitale, lanciata tre anni fa, che vale oggi il 60% dell’attività.


Il luxury multibrand store di Franz Kraler

Il panorama digitale vedrà a breve il lancio di altri due progetti omnichannel. Da una parte quello del gruppo Chalon, proprietario di Tony Boutique e di altri store in Italia e all’estero: Gisa Boutique ad Ancona e Chiaravalle (An); e Minola a Biella; oltre allo store di 400 metri quadri a Marsiglia. Il gruppo ha appena acquistato le ex piattaforme dell’allora Yoox, Thecorner e Shoescribe, con l’intenzione di farne un modello phygital. Dall’altra c’è Coltorti, impegnato in un importante piano di rilancio del gruppo. “Il 2017 e il 2018 sono anni di svolta – racconta a Pambianco Magazine Riccardo Bilancioni, direttore generale di Ikonic Srl, la società che controlla l’insegna – anche a livello societario con la chiusura di alcune società partecipate”. Il focus sarà la creazione di una piattaforma online di cui i negozi italiani del gruppo (Ancona, Macerata, San Benedetto del Tronto e Pescara) diventino avamposti fisici di un’esperienza d’acquisto unica. L’idea, in sostanza, è memorizzare i gusti espressi online e le caratteristiche della clientela in modo che, una volta entrati nella boutique fisica, possano trovare davanti prodotti “giusti”. Se il digitale detterà le regole della rivoluzione di acquisto on e offline, l’altro driver di crescita delle boutique è la leva delle aperture. Importanti e numerose sia nel 2017 sia quest’anno. Tra gli ultimi in ordine di tempo c’è Vinicio che ha aperto a Genova il terzo store nella città. “Serviva uno spazio per la collezione uomo, fino ad ora ospitata nella parte donna – racconta Vinicio Ravagnani -. è stata un’occasione e la abbiamo colta. I primi risultati sono positivi, non escluso di aprire altri store in futuro”. Tra i big impegnati in importanti operazioni, ci sono anche Sugar e Franz Kraler. Il primo, storico multibrand di Arezzo che da quest’anno sarà anche il consulente di Excelsior Milano, ha inaugurato nuovo megastore nella città toscana, all’interno dello storico Palazzo Lambardi. Un progetto che vuole essere futuristico: un negozio, relais di 12 stanze, bar, tutto firmato da De Cotiis Architects e Baciocchi Associati. “È stato un investimento importante – ammette Beppe Angiolini di Sugar – ma è lo specchio del nostro lavoro. Confido molto nell’online ma allo stesso tempo credo che il punto vendita fisico diventi la dimostrazione di quello che sei”. L’insegna di Cortina, che nella località bellunese conta quattro store nella via principale, invece, ha puntato sulla “creazione di una sorta di department store diffuso – sottolinea Daniela Kraler – per raggruppare più edifici, più location su piani differenti tutte collegate in un percorso dedicato all’eccellenza della moda donna per abbigliamento e accessori”. Come è nata l’idea? “In controtendenza, abbiamo voluto riportare i negozi sul territorio piuttosto che online, ridando valore alla ritualità dello shopping. E visto le ultime notizie sul ruolo di Cortina sulla scena internazionale (i Mondiali del 2021 e la possibile candidatura alle Olimpiadi invernali 2026) abbiamo probabilmente avuto ragione”.

(di Milena Bello, Redazione PambiancoNews)