Francesco Tombolini (Camera Buyer): «I negozi italiani spingano su sinergia e digitale»

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Francesco Tombolini, al timone di Camera Buyer dal 1° dicembre p.v., racconta al Sole 24 Ore i temi sui quali la Camera dei Buyer si concentrerà a partire dal 2019.

Sarò il primo presidente di Camera Buyer che non è un commerciante, ma ho più di 30 anni di esperienza nell’industria nella moda. E credo che i negozi multimarca italiani siano una delle forme del made in Italy da promuovere, al pari dei brand. Per farlo, però, ci vuole innanzitutto sinergia tra i negozi»».

In attesa del 1° dicembre prossimo, quando prenderà in mano le redini dell’associazione che riunisce 110 insegne di negozi multimarca di abbigliamento e accessori in tutta Italia, per oltre 250 store e quasi 5.000 dipendenti, Francesco Tombolini racconta al Sole 24 Ore i temi sui quali la Camera dei Buyer si concentrerà a partire dal 2019.

Tombolini, come afferma lui stesso, non è un commerciante, ma ha maturato nella moda un’esperienza trasversale, passando da big brand storici come Armani e Gucci a piattaforme di vendita digitali che operano su scala globale perfettamente al passo con i tempi, come net-à-porter.

Ha avuto, dunque, un punto di vista privilegiato sul network distributivo nazionale: «Il commercio italiano - racconta - è stato capace di rimanere al passo con i tempi, indipendentemente dai cambiamenti, che dagli anni Ottanta a oggi sono stati macroscopici e quasi impossibili da prevedere, e dalla crisi. Lo ha fatto concentrandosi sul consumatore, seguendo i suoi cambiamenti. Chi non l’ha fatto, ha chiuso».

L’idea oggi è quella di «creare una sinergia ancora più profonda tra i negozi che aderiscono a Camera Buyer per valorizzare la storia dei multibrand italiani e per farli crescere ulteriormente. Vorrei si andasse a creare un ecosistema fatto di realtà imprenditoriali diverse che si sviluppano nei canali di vendita on e offline e operano sui mercati internazionali». In concreto, Tombolini pensa a «un sistema di sinergie nei costi che sfrutti le economie di scala per la gestione dei punti vendita, ma anche a un lavoro sull’immagine delle boutique italiane, in un’alleanza con le altre istituzioni tra cui la Camera della moda».

In questo contesto, la digitalizzazione è fondamentale: «C’è ancora molto da fare su questo fronte: basti pensare che solo 50 dei nostri associati vendono anche online», continua il presidente designato.

Tra i temi all’ordine del giorno di Camera Buyer c’è anche il sostegno ai giovani talenti che spesso trovano nella distribuzione il vero scoglio d’accesso al mercato:«I buyer sono per definizione degli esploratori: noi vogliamo dare spazio alle scuole e ai nuovi stilisti, perché la moda deve vivere di idee nuove e sarà necessario un ricambio generazionale».

Proprio parlando di trasformazioni, Tombolini sostiene che l’evoluzione delle modalità di consumo non può andare d’accordo con un’eventuale chiusura domenicale dei negozi su decisione degli enti locali: «Lo shopping sta cambiando e oggi ha una forte componente di entertainment - dice - . Il compito dei negozi, che sono veri e propri biglietti da visita delle città, è quello di costruire momenti di felicità sociale, fare uscire le persone dalle proprie case. Non si può privarli di una cosa simile nel weekend».

(di Marta Casadei, Redazione Il Sole 24 Ore)

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